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INTERVISTA AD ARMANDO NOBILI

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view post Posted on 26/5/2010, 16:50     +1   -1

W JSF !!!

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INTERVISTA AD ARMANDO NOBILI


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1. Qual è la scenografia più complessa che ha mai realizzato?

Direi quelle per le puntate di Casale Monferrato. Il campo giochi era allestito all’interno di un edificio piccolo e circondato da mura (Mercato Pavia, n.d.r.), per cui le strutture dovevano essere create ad hoc, i giochi erano studiati e creati al centimetro, essendo lo spazio molto ridotto, difatti siamo ricorsi anche a strutture girevoli.

2. Campo di gara più grande le castella, e il più piccolo?

Il campo di Le Castella era immensamente grande, fin troppo. A seguire quello di Stupinigi. Il più piccolo? Oltre al sopracitato campo di Casale Monferrato direi Bellagio, li per mancanza di spazio siamo stati costretti a costruire delle impalcature sopra gli alberi, piccoli ma sempre alberi erano.

3. Qual'è stata il luogo che naturalmente meglio si è adattato alle sue scenografie ?
Sicuramente Stupinigi. Come spazio a disposizione, accessibilità, poi era già recintato, e la Palazzina di Caccia che era un ottimo sfondo

4. Era il comune che si candidava a ospitare la puntata e che decideva il luogo in cui essi dovevano essere svolti?
Si il comune che si candidava automaticamente proponeva delle locations in cui riteneva opportuno ospitare i giochi. Ma al tempo stesso venivano fatti dei sopralluoghi per trovare la giusta locazione. Per vari morivi. Nel caso di Roma e Milano i giochi si sono svolti in posti diversi da quelli presentati. A Roma, dopo aver scartato l’ipotesi del Circo Massimo, alla fine si sono svolti al Piazzale Clodio. Comodo da un punto di vista tecnico televisivo perché si trova a due passi dalla sede RAI ma è uno spiazzo sterrato, e per renderlo idoneo siamo dovuti intervenire con trattori e betoniere.

5. Vi era differenza nel creare un campo di gara in un luogo storico artistico piuttosto che all’aperto? Es. sovrintendenza ai beni culturali, attenzione al patrimonio artistico.

Eccome. In luoghi facilmente accessibili non vi erano problemi, oltre al disagio causato da mezzi e troupe. Questi nascevano quando il campo di gara doveva sorgere in prossimità se non all’interno di un bene artistico-architettonico, come Villa Manin, il Castello Sforzesco o la Palazzina di Caccia. Si arrivava con mezzi di ogni tipo, per cui i sopralluoghi dei sovrintendenti erano continui e severi. In alcuni casi gli edifici storici facevano da sfondo ma a Milano soprattutto, che venivano fatti all’interno del castello, le scenografie erano a 3 metri dalle mura e il palco sopraelevato, per cui non è stato deturpato assolutamente nulla.

6. Non temeva che qualcosa durante la registrazione o peggio ancora durante la diretta nel caso della prima serie, potesse non funzionare?
Si certo, il timore c’era, anche per futili motivi come un nodo fatto male o un meccanismo che si inceppa. Ma i giochi venivano studiati e provati, e nel caso della prima serie si ricorreva al gioco della corsa dei sacchi, mentre durante le registrazioni, e quindi nelle puntate della seconda serie, si interveniva.

7. La scenografia che l'ha resa più orgoglioso??

Quelle di Casale Monferrato, sia per il tema ma soprattutto perché, come detto, erano studiate a puntino per motivi dovuti allo spazio. E li, come in ogni sede che ospitava più di una puntata, le scenografie che facevano da sfondo alla seconda puntata erano celate dietro quelle della prima. E poi a Roma, quando sono state ricostruite delle rovine romane che sembravano vere: ho ricevuto i complimenti di molti, soprattutto stranieri, perché molti pensavano fossero veri.

8. Quanto tempo passava tra una puntata e l’altra, la dove la città ospitava più di una gara?

Pochi giorni, perché le scenografie e i giochi della seconda puntata venivano ideate in base a quelle della prima, in alcuni casi nascosti dalle prime. Se poi pensiamo che gli esterni, le troupe che venivano in trasferta non potevano aspettare tanto, tra una puntata e l’altra passavano davvero pochi giorni, difatti spesso non tornavano nei loro paesi.

9. Ci può spiegare in sintesi la funzione dei costumi che lei creava?

Da casa è facile pensare che i costumi servissero per ridicolizzare il personaggio, in realtà non è così. Avevano soprattutto una funzione protettiva, nel caso di giochi in salita, salti o arrampicata. Servivano ad impacciare il concorrente e rendere meno facile il percorso e al tempo stesso lo proteggevano in caso di caduta: ecco perché si ricorreva a strati di gommapiuma cosi come le parrucche in realtà nascondevano dei caschi di protezione.

10. Che ricordo ha di Popi Perani?

Popi è stato un ottimo maestro, era geniale. Per la facilità e l’originalità con cui ideava i giochi e per il senso dell’umorismo che lo caratterizzava. Aveva sempre un’idea pronta, una soluzione facile, conosceva la dinamica dei giochi e della tempistica.

11. Sarebbe fattile oggi-giorno costruire delle scenografie capaci di lasciare il pubblico a bocca aperta e a basso costo (la ricetta ideale per riportare i JSF)??

Si dovrebbe tornare al vecchio sistema in cui ogni paese ospitava la propria puntata, e comunque non più di due. Bisognerebbe rivedere i principi della coproduzione, e mai puntare a fare le cose in grande stile. Il campo di Le Castella era bello da vedere, fin troppo articolato, difficile da gestire. E a differenza degli anni passati, è stato un logo prescelto dalla RAI e quindi imposto. Qui siamo andati ben oltre il preventivo stimato. E poi era un luogo difficile da raggiungere, sia per i mezzi che per lo staff e i concorrenti. Ma aldilà di questo, negli ultimi anni erano entrate troppe persone a far parte dell’organizzazione, consci forse di vedere in JSF una probabile fonte di guadagno.



A cura di Nicolò Pillirone
 
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