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INTERVISTA A GIANNI MAGRIN, JSF DAY : che i Giochi ricomincino...

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view post Posted on 26/5/2010, 07:59     +1   -1

W JSF !!!

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Gianni Magrin è autore del libro "JSF : trent'anni di Giochi" (ed.Centrooffset).
Statistiche, foto,curiosità,testimonianze,interviste, classifiche delle 30 edizioni estive e di quelle invernali, tutte condensate in 240 pagine.




- Gianni, come ti è venuta in mente l’idea di un libro sui JSF e come e quando nasce la tua passione?
La passione per i Giochi mi ha spinto a scrivere un libro tutto sulla storia dei JSF: da bambino i JSF era il mio programma preferito. Ero attratto dalle scenografie, dalle gare, dai presentatori, dai mitici arbitri Gennaro e Guido. Ma soprattutto mi piaceva la competizione in sé, il format della trasmissione: quello di mettere insieme giovani di mezza Europa per giocare. Ero affascinato dai colori delle bandiere. Mi interessava conoscere la cultura delle diverse nazioni: “viaggiavo” per l’Europa sfogliando gli atlanti e le enciclopedie.
La scelta di scrivere un libro sui JSF è maturata grazie alle molte persone conosciute negli anni in cui la trasmissione andava in onda: addetti ai lavori e atleti.


-Puoi quantificare il tuo lavoro, le ore messe a disposizione per ritrovare tutte le notizie, i personaggi incontrati nel corso della tua opera ?
Quando si fa qualcosa con passione non si quantificano le ore. La si fa e basta. Il lavoro di ricerca è stato molto bello, unico. Un lavoro da archeologo, alla caccia di giornali, foto, manifesti, rovistando gli angoli più biechi delle biblioteche. Il ricordo più bello a Riccione: in biblioteca trovai casse di materiale, il più curioso, un poster con il bando di concorso per iscriversi a Giochi del 1971.
Comunque, la maggior parte delle ricerche è avvenuto per via epistolare. Io mandavo una lettera alle biblioteche comunali ed esse nel giro di un mese mi inviavano il materiale richiesto: fotocopie di giornale, schemi dei Giochi, rapporti tra comune e Televisione.
Scrissi ai comuni di Francia, Germania, Belgio, Svizzera, Gran Bretagna, Olanda. A me interessava avere materiale sulla prima serie, per documentare in modo preciso le gare, gli eventi.


-Dopo la quantità, la qualità : quali sono i personaggi legati a JSF che hai incontrato e che hanno lasciato maggiormente il segno nella tua esperienza ?
Premessa, non mi piace sganciare quantità e qualità: sono due sorelle che si tengono per mano. Vengo alla domanda. Non c’è dubbio, la persona più limpida e trasparente del fantastico mondo dei Giochi è Guido Pancaldi. Uomo saggio, elegante dentro, fraterno fuori. Quando ero bambino, tra i tanti personaggi che volevo conoscere, uno di questi era Guido Pancaldi. Mai avrei pensato di poterlo incontrare, diventandone amico. Di questo ne sono infinitamente grato.
Un giorno mi piacerebbe conoscere personalmente Rosanna Vaudetti. Ci siamo sentiti per telefono. E’ una signora ricca di valori umani, almeno così la percepisco.
Di altre persone legate ai Giochi ricordo con piacere Ettore Andenna, il quale ha curato la prefazione del libro, Pino Trapassi, Mike Swann e naturalmente il grande e indimenticato Popi Perani.
Ricordo inoltre tantissimi atleti, Aldo, il quale ha creduto fin dall’inizio alla realizzazione del libro, Mauro, Gianfranco, Armando, ecc.


-Essendo un esperto, fammi una classifica virtuale delle 5 migliori puntate dei JSF e parlaci degli episodi più curiosi da te scoperti.
E’ difficile essere oggettivi. Tra tutte le puntate viste in diretta, una decina, le migliori sono: Treviso 1990, Saint Vincent 1991, Passariano 1993. Una puntata molto bella fu quella di Chioggia del 1979. In quell’occasione, durante la presentazione delle compagini, ogni squadra donò al capitano di Bar (Yugoslavia), un vaso di rose da piantare nel parco della città, rasa al suolo dal terremoto di qualche mese prima. Oggi questi segni, semplici genuini, non capitano in televisione.
Affascinanti furono le puntate fiamminghe di Antwerpen del 1977 e di Gand del 1982. La prima era dedicata al pittore Rubens, la seconda a Carlo V. Nel campo giochi giravano un centinaio di comparse vestite con abiti d’epoca.
Episodi pittoreschi ce ne sono tanti da descrive, molti sono raccontati nel libro dalla viva testimonianza degli atleti. Un atleta si divertiva a collezionare jolly, a casa ne conta una decina. Nella puntata belga di Rochefort del 1978, ogni via della città era dedicata ad una nazione. Nei giorni della registrazione il “Made in Italy”, aveva conquistato i cuori di tutti gli ospiti, italiani emigrati in Belgio e stranieri. A Lisbona un concorrente della Tunisia fu sorteggiato per una corsa con i pattini, perlopiù su una piattaforma in rotazione. Era la prima volta che li indossava. Non si alzò mai da terra. Chi ha la possibilità di leggere il libro, nella parte dedicata alle testimonianze degli atleti, troverà di tutto e di più: lo spionaggio, le tattiche di gioco, le amicizie, l’unione e la forza del gruppo, ecc. Sottolineo solo un aneddoto. A distanza di 20-40, molti ex atleti sono rimasti amici per la vita e c’è chi grazie ai giochi ha trovato la propria anima gemella.


-Una delle discussioni più gettonate fra noi fans, è stata quella delle differenze fra le prima e la seconda serie dei Giochi, qual è la tua impressione ?
Questo capitolo meriterebbe pagine e pagine di inchiostro. Il fascino e la fortuna della prima serie fu l’itineranza. Di puntata in puntata il carrozzone dei JSF girava per mezza Europa; ogni nazione per proprio conto organizzava una puntata eliminatoria, diventavano due per quella nazione, la quale a turno ospitava la finale. La grandezza delle puntate itineranti non era solo la fantasia dei giochi a tema, ma gli scenari che ospitavano il “circo” dei Giochi e la diretta. Porto un esempio: l’edizione del 1976 iniziò nella bellissima arena di Nimes, non in un posto qualunque e la stessa arena faceva da scenografia. Quindici giorni dopo si gareggiò nell’allora nuovo Palazzetto dello Sport di Milano, gremito da 16.000 spettatori. Le gare erano incalzanti e non dilatate nel tempo, come nelle ultime edizioni.

La Seconda serie era partita bene, le gare non erano più in diretta, ma avevano mantenuto l’itineranza; inoltre nelle prime tre edizioni, dal 1988 al 1990, la durata della registrazione andava come se fosse la diretta. In seguito, per cercare la precisione nel girare le scene, la registrazioni si allungarono fino a notte tarda. Ma il cortocircuito avvenne nel 1996, quando le puntate persero la loro itineranza, diventando stanziali. Il DNA dei Giochi fu stravolto. Gli sforzi di creare l’unità dei Paesi promuovendo l’incontro tra giovani di culture diverse girando le piazze più belle o sconosciute dell’Europa, si concentrarono in una unica piazza. A questo punto, il programma snaturato della sua essenza non poteva che avere vita breve. Così è stato.

-Nel 2007 siamo stati vicini a riavere i JSF rilanciati dall’EBU, ma per problemi finanziari e per la cecità di alcune tv nazionali,non è successo nulla : allo stato attuale e secondo le tue sensazioni, è ancora possibile sperare in un terzo ciclo dei Giochi e tu quali innovazioni proporresti rispetto alla seconda serie ?

Sarebbe auspicabile il ritorno dei JSF: è ancora tutt’oggi l’unica trasmissione di carattere europeo che ha saputo mettere insieme tante forze pensanti per fare giocare, divertire, i giovani dell’Europa, i quali hanno avuto la possibilità di conoscersi, di confrontarsi, di diventare amici.
Se pensassi ad un rilancio dei Giochi, farei poche puntate, itineranti, con collegamenti in diretta da più sedi in una stessa puntata, oppure proporrei un’unica puntata, una specie di Supercoppa JSF tra continenti. Una puntata ideale, in tre sedi diverse, la vedrei un po’ così: un campo giochi verrebbe allestito in una piazza importante dell’’Europa; un altro, valorizzando uno scenario naturale, come ad esempio la montagna; ed un terzo, in una calda località balneare. Non solo collegamenti in simultanea, ma giochi a staffetta nei tre ambienti sopra proposti.



Intervista a cura di Nicola Annunziata

Edited by nicolaannunziata - 28/5/2010, 00:51
 
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Antonio Ca
view post Posted on 15/1/2011, 16:58     +1   -1




Gran bel libro signor Magrin. Leggerlo mi ha fatto tornare bambino. Grazie per la passione che ci ha messo nel fare questa ricerca di dimensioni europeee. Sto consigliando questo libro ad alcuni amici che sono animatori dei centri estivi. Troveranno tantssimi spunti per inventare, creare tanti giochi divertenti. Grazie perché crede all'Europa unita, pur nelle sue differenze. W Giochi senza frontiere. Grande libro Giochi senza frontiere. Trent'anni di Giochi.
 
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view post Posted on 12/2/2011, 23:56     +1   -1

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Il sito del libro è al link :

www.librogiochisenzafrontiere.it/home.htm
 
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view post Posted on 24/10/2021, 08:27     +1   -1
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CITAZIONE (nicolaannunziata @ 26/5/2010, 08:59) 
Gli sforzi di creare l’unità dei Paesi promuovendo l’incontro tra giovani di culture diverse girando le piazze più belle o sconosciute dell’Europa, si concentrarono in una unica piazza. A questo punto, il programma snaturato della sua essenza non poteva che avere vita breve. Così è stato.

Per di più, su quattro edizioni in sede fissa, tre si svolsero in Italia (Stupinigi, Trento e Le Castella). :angry:
 
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view post Posted on 24/10/2021, 20:59     +1   -1
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fu l inizio della fine
 
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